






Il problema del ghiaccio nel volo è normalmente ben conosciuto dai piloti. L’aria, l’elemento in cui voliamo, non è un elemento stabile, bensì sempre mutevole nelle sue condizioni di temperatura, umidità etc etc.
Il problema del ghiaccio nel volo, principalmente, affligge le superfici quali le ali, le eliche ed alcuni organi interni dei motori a pistoni come, ad esempio, il carburatore.
Vediamo di affrontare brevemente la seconda delle due tematiche. Va da sè che il problema del ghiaccio nel volo sulle ali ha meno impatto per il volo ultraleggero, sicuramente maggiore l’influenza del problema del ghiaccio al carburatore in questo settore.
Ma andiamo con ordine ed affrontiamo il problema del ghiaccio nel carburatore, che interessa più da vicino l’aviazione leggera.
Il problema del ghiaccio nel volo. Il ghiaccio nel carburatore.
Il ghiaccio nel carburatore è dovuto al funzionamento stesso del carburatore. Il flusso d’aria all’interno del carburatore è controllato dalla valvola a farfalla, collegata alla manetta.
Quando l’aria passa da questa valvola a farfalla, viene accelerata in una strozzatura, subendo l’effetto chiamato venturi, che ormai tutti conoscete. L’effetto ha il compito di aspirare il carburante freddo, che si mischia con l’aria.
In alcune condizioni particolari la combinazione di depressione, nebulizzazione della benzina e umidità dell’aria, il tutto a contatto delle superfici metalliche del carburatore, possono portare al ghiaccio nel carburatore. Maggiore è l’umidità dell’aria, maggiore è il rischio di formazione di ghiaccio.
E qui vengono i problemi. Il formarsi del ghiaccio crea, naturalmente volume. Di conseguenza diminuisce la quantità di aria che si miscela con la benzina, cambia il rapporto stechiometrico aria/benzina e via via così, arricchendosi la benzina, il motore si ingolferà!
Come ci accorgiamo del ghiaccio al carburatore? Diminuzione graduale dei giri motore e un aumento della ruvidezza.
I carburatori possono creare ghiaccio in qualsiasi momento. Negli aeromobili privi di aria calda al carburatore è fondamentale che il pilota sia bene a conoscenza delle condizioni meteorologiche che facilitano il fenomeno.
La consapevolezza della situazione a rischio è quella che consente un intervento immediato, perché previsto.
- È più probabile la formazione di ghiaccio con temperature calde, perché l’aria calda, fisicamente, può contenere più umidità.
- Temperature ambientali tra -8º e +20º, accompagnate da umidità atmosferica.
Il rischio di formazione di ghiaccio può essere ridotto evitando lunghe discese col motore al minimo e controllando che il motore abbia sempre temperature alte.






